In questo articolo continuo il racconto di Franco. Lo scopo è quello di snocciolare alcune mancanze nella pianificazione che hanno portato la società a essere chiusa e Franco a ritrovarsi a pagare ancora debiti.

Se ancora non avessi letto l’articolo precedente, ti invito ad investire 3-4 minuti del tuo tempo per capire come ha inizio questa storia cliccando qui .

Questo articolo vuole essere pratico e lasciarti degli spunti, per questo ho deciso di iniziare il racconto partendo da quegli errori che mi hanno visto costretto a rispondere a Franco “Non possiamo più fare nulla. È troppo tardi”.

Il primo errore che ho riscontrato è la

MANCANZA DI UN ACCORDO PRELIMINARE.

Si. Proprio così. Franco nel 2005 ha deciso di trasformare la sua Partita IVA in una S.r.l.. Aveva deciso di farlo coinvolgendo e facendosi coinvolgere da altri 4 soci.

Tra di loro furono presi accordi verbali e mai scritti, anche perché il consulente che lo seguiva in quel periodo non glielo aveva mai consigliato.

Potrai pensare “Eh vabbè, ma se si decide di fare impresa la parola vale molto. Soprattutto con i soci, che sono quelli che dovrebbero impegnarsi affinché la nuova realtà vada sempre meglio”.

In parte potrebbe essere anche corretto il pensiero, ma tutelare il proprio patrimonio non è mancanza di fiducia. Dico questo perché nel momento in cui fu costituita la società Franco mise a disposizione capannone, materiali, mezzi e clienti per un valore stimato dall’allora consulente di circa 100.000€. Gli altri soci, invece, portarono solo la loro forza lavoro.

L’apporto è impari, non trovi? Capisci l’importanza di avere un accordo preliminare soprattutto se l’apporto economico è consistente?

La mancanza di un accordo scritto, nel caso specifico, ha portato Franco a regalare quattro quinti del valore inserito nella società: 80.000€. Che non avrà mai più indietro. Persi.

In mancanza di un accordo scritto è come se Franco avesse regalato 100.000€ alla nuova società, anche se a parole non era così. Gli altri soci erano d’accordo nel rimborsare Franco di quell’investimento, ma la storia ha preso una piega diversa.

Dovremmo saperlo tutti: “VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT”. Con un accordo scritto, Franco avrebbe potuto far valere i propri diritti in sede giudiziale, ma così, purtroppo, non è stato.

Quello della costituzione di nuove New.co (New Company, nuove società) è un tema che affrontiamo spesso con alcuni dei nostri clienti che decidono di elevare la propria posizione. Il punto di partenza da cui iniziamo nel momento in cui si decide di fare il grande passo con uno o più soci è quello di stabilire regole chiare e ben definite, in modo da non far emergere criticità nel prosieguo dell’attività, quando le forze devono essere incentrate sul creare valore e non sul litigare per elementi che potrebbero essere risolti alla radice.

Sempre ritornando all’esempio di Franco, sarebbe potuta verificarsi la volontà di uno degli altri soci di non firmare l’accordo e questo avrebbe fatto saltare la costituzione della stessa, non mettendo in difficoltà il nostro protagonista.

Un altro errore che ho riscontrato nel racconto di Franco è stata la

MANCANZA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DEI FLUSSI DI CASSA.

Non controllando entrate e uscite, non era ben chiaro ai soci se l’attività era in salute o meno. Aggiunta a questo vi è stata una completa assenza di pianificazione.

L’unione di queste due mancanze ha portato i soci a:

  • Non prevedere un contenitore destinato a “riserva”.

La “riserva” aiuta persone ed attività ad avere liquidità di “emergenza” nel momento del bisogno, che si può verificare ad esempio nel momento in cui si verificano insolvenze da parte dei clienti. Vi sono strumenti specifici per questo elemento ed in alcuni casi possono presentare vantaggi fiscali per le aziende.

  • Non accantonare il TFR dei dipendenti.

Questo è stato il vero “colpo di grazia” alla società. Nel 2010, infatti, la situazione era diventata ingestibile ed insostenibile e l’azienda era stata costretta a licenziare tutti i dipendenti. Sono state utilizzate tutte le risorse liquide e i fidi bancari per pagare i TFR di 5 anni che non erano mai stati accantonati. Il risultato è stato portare l’azienda in sofferenza finanziaria, indebitandosi con Banche e Fornitori.

Oltre all’indebitamento sempre crescente, doveva essere garantito il pagamento dei contributi per il rilascio del DURC, quel documento che certifica la regolarità contributiva, fondamentale per poter lavorare ed acquisire nuovi contratti.

Quella del TFR, purtroppo, è una problematica che noto ancora troppo diffusa nelle realtà con cui veniamo in contatto: troppe attività ancora oggi utilizzano il TFR come “autofinanziamento”, spendendo ed investendo quei soldi destinati ai dipendenti che si trasformano in debiti nei confronti dei lavoratori. Una corretta gestione del tema TFR può portare significativi vantaggi sia all’azienda che al dipendente, ma sull’argomento vi è ancora troppa poca formazione e conoscenza. (Per questo Educazione Finanziaria Certificata organizza di frequente webinar sul tema del TFR, se vuoi vederne uno dove vengono messi in evidenza i vantaggi per i dipendenti clicca qui)

L’ultimo errore riscontrato e di cui ti voglio parlare in questo articolo è la

MANCANZA DI TRASFERIMENTO DEL RISCHIO.

Questo è un argomento molto caro al team di Educazione Finanaziaria Certificata, per questo desidero approfondire il tema.

Durante tutta la vita aziendale non è mai stato valutato il trasferimento del rischio, che si è tradotto nel

  • non stipulare mai nessuna polizza assicurativa a favore di persone e beni materiali.

Una adeguata copertura dei rischi, sia dell’azienda che dell’imprenditore/soci avrebbe garantito un flusso di denaro per coprire i costi generati da un evento sinistroso, che sia questo un incidente alla persona che un danno causato o subito, facendo risparmiare all’azienda eventuali risarcimenti, oltre che ai vantaggi fiscali derivanti dall’acquisto di tali strumenti.

Ed è proprio quello che faccio quotidianamente con i clienti: capire quali possono essere gli eventi che possono minare il mio futuro e porvi rimedio.

 

  • nel non valutare strumenti per la tutela finanziaria e liquida dell’azienda.

Durante l’attività l’azienda ha proceduto all’acquisto di diversi beni, tra cui mezzi di trasporto e strumenti di lavoro, e di un fabbricato per poter lavorare. Il frutto di queste scelte è stato un indebitamento che ha portato in sofferenza la realtà imprenditoriale.

Il noleggio dei mezzi avrebbe garantito di avere la manutenzione ordinaria e straordinaria, di poter scaricare fiscalmente il costo annuale e di avere sempre il mezzo di trasporto indipendentemente da qualsiasi cosa sarebbe potuta capitare. L’affitto dei locali dell’azienda avrebbe evitato i costi di gestione straordinaria, gli interessi bancari e tutti i costi relativi.

Potrai pensare che dirlo a posteriori è facile.

Proprio per questo il mio lavoro e di quello dei miei colleghi risulta fondamentale. In fase di analisi, infatti, si prendono in considerazione tutti questi aspetti, in modo da riuscire a far prendere all’impresa una decisione consapevole, per evitare di trovarsi nella condizione di Franco.

La situazione in cui oggi vive Franco, mi ha fatto riflettere: sia sull’importanza del nostro lavoro, che sulla tempestività nella gestione dei propri affari e dei propri interessi.

Tutte queste mancanze sono nutrite della dilagante SFIDUCIA che si ha nei confronti del mondo finanziario.

Sfiducia che è generata dalla mancanza di informazione e dalla mancanza di Educazione in questa materia.

Esistono oggi tanti percorsi di studi il cui scopo è quello di inserire lo studente nel mondo del lavoro, tuttavia non viene insegnato come gestire i propri interessi.

Fa molta rabbia sapere che pochi accorgimenti al momento giusto, avrebbero potuto fornire a Franco il sostentamento necessario, evitare probabilmente l’indebitamento e forse mantenere la società e continuare con la propria impresa.

Artigiano e/o imprenditore, non aspettare. Accertati al più presto di avere chiara la tua pianificazione finanziaria, e se già l’avessi chiara, accertati con i professionisti del settore se la tua strategia è coerente con CHI SEI TU e la TUA realtà.

Assicurati di non correre rischi evitabili, soprattutto se le conseguenze possono essere la perdita di ingenti somme di denaro

Affidati a professionisti che sappiano aiutarti ad essere consapevole della realtà finanziaria in cui stai vivendo.

Il team di Educazione Finanziaria Certificata si batte tutti i giorni per divulgare questa cultura, in modo da evitare che si ripetano storie come quelle di Franco.