Un pensiero con cui mi scontro spesso è: “ma cosa vuoi che mi accada”? 

E il racconto procede poi solitamente in questa direzione:

ho una bella famiglia, una casa con ancora qualche anno di mutuo, lavoro in un’azienda solida (oppure ho un’attività solida/in crescita), i genitori e i suoceri in forma che abitano non molto lontano da noi e ci aiutano con i figli; insomma la mia vita è questa, non abbiamo particolari pensieri, siamo una famiglia semplice e non abbiamo voglia di prenderci particolari rischi.

Anzi, ti devo confessare che le cose vanno sempre meglio anche dal punto di vista dei guadagni.

Mi hanno promesso quell’aumento (oppure sto fatturando sempre di più nel caso di p.iva) e credo che cambierò l’auto (comprerò una moto, andrò a fare quella vacanza che sognavamo, compro una seconda casa da mettere a reddito, ecc ecc, sostituiscilo con l’obiettivo che ti piace di più).

Ho sempre risposto quasi indignato alla persona che avevo di fronte cercando di spiegare quali rischi reali stavano correndo lui/lei e la sua famiglia.

Probabilmente “vomitando” parole incomprensibili per chi mi era di fronte ma ero davvero incredulo di fronte alla cecità dimostrata.

Studiando tantissimo in questi anni il rapporto che c’è tra psicologia e finanza personale ho imparato a guardare la conversazione da un altro punto di vista.

Ho capito il perché della “cecità” delle persone e ho imparato a gestire la mia “rabbia” verso quella che ritenevo una forma di ignoranza e ostruzione nei confronti dell’educazione finanziaria.

Alla base di tutto questo inghippo c’è la programmazione del nostro cervello e dei bias che esso genera.

Cosa sono i bias cognitivi?

Se ci segui da un po’ sai che abbiamo già trattato l’argomento in alcuni nostri contenuti ma un ripassino fa sempre bene. 

Se invece è il primo nostro articolo che leggi: ottimo, mettiti comodo perché parti da un argomento davvero interessante

I “bias cognitivi” sono errori sistemici nei processi di pensiero che possono portare a conclusioni distorte o decisioni irrazionali. Questi bias possono influenzare la tua percezione, valutazione e interpretazione delle informazioni. 

Ecco alcuni esempi comuni di bias cognitivi:

  • Conferma (Confirmation Bias): Tendenza a cercare, interpretare ed enfatizzare le informazioni che confermano le nostre opinioni preesistenti, mentre ignoriamo o minimizziamo le informazioni che le contraddicono.
  • Selettività delle informazioni (Information Bias): Attenzione selettiva a certe informazioni o dati, ignorando altre informazioni rilevanti. Questo può portare a decisioni distorte.
  • Sovrastima della disponibilità (Availability Heuristic): Tendenza a giudicare la probabilità di un evento in base a quanto sia facile ricordare esempi o casi simili.
  • Ancoraggio (Anchoring Bias): Essere influenzati da informazioni iniziali o “ancoraggi” quando si effettuano stime o decisioni successive.
  • Sovrastima dell’effetto Dunning-Kruger (Dunning-Kruger Effect): Le persone tendono a sopravvalutare le proprie abilità o conoscenze in un determinato campo, soprattutto quando sono inesperte.
  • Bias di gruppo (Groupthink): La pressione sociale all’interno di un gruppo può portare a una conformità acritica alle opinioni dominanti, portando a decisioni di gruppo non ottimali.

Questi sono solo alcuni esempi di bias cognitivi ma ce ne sono molti altri e al tempo ne trovai uno che spiegava esattamente il perché del comportamento descritto in apertura. 

Questo bias cognitivo si chiama:

“sovraottimismo” o “ottimismo bias” e può portarti a sopravvalutare le probabilità di avere risultati positivi e sottovalutare le probabilità di avere problemi o esperienze negative. Questo bias può influenzare le tue decisioni e le tue aspettative in modo da farti vedere un futuro molto positivo e meno rischioso di quanto potrebbe essere in realtà.

Ad esempio, se sei una persona con un forte bias di sovraottimismo potresti pensare che le tue probabilità di successo in un nuovo lavoro o progetto siano molto più alte di quanto in realtà possano essere, o potresti ignorare i potenziali rischi associati ad una decisione in ambito finanziario, portandoti ad indebitarti più del dovuto, oppure evitando la redazione di un Business Plan o accurate analisi di mercato su quello specifico business, affidandoti solo al tuo istinto e alle tue capacità. 

(che potrebbero però, essere sovrastimate anche esse no?)

Questo bias può sicuramente esserti utile in alcune situazioni.

Infatti può portarti motivazioni e intraprendenza per affrontare nuove sfide o per perseguire obiettivi ambiziosi ma, se eccesivo, può portarti a fare scelte irrazionali e totale mancanza di preparazione ad eventuali difficoltà.

Ti starai chiedendo: “ma è davvero importante sapere dell’esistenza di questi bias?

Si è davvero importante essere consapevoli dell’esistenza di questi bias soprattutto per capire che tipo di persona davvero tu sia e come tu possa reagire in determinate situazioni. 

Se per esempio sei una persona che cerca di bilanciare ottimismo e realismo, cercando di valutare in modo equilibrato sia le possibilità di successo che i potenziali ostacoli o problemi; oppure se sei una persona che prende delle decisioni senza particolari pensieri e senza valutare attentamente i rischi.

Nessun giudizio in merito ovviamente. 

Semplicemente le strategie create saranno sensibilmente diverse perché, i due comportamenti descritti qui sopra, porteranno ad avere reazioni completamente diverse eventi imprevisti.

Non credi anche tu?

E l’educazione finanziaria cosa c’entra con tutto ciò?

Perché questo bias entra in tutte le fasi economiche di cui parliamo sempre: 

  • mancata pianificazione;
  • accesso al debito con leggerezza, “tanto lavoro e posso ripagare le rate”;
  • mancata individuazione dei rischi, “non ho voglia di pensare a ste cose brutte”;
  • sottostima dei rischi e mancato trasferimento ove possibile, “cosa vuoi che mi succeda?”;
  • nessun conto riserva per far fronte agli imprevisti, “ho dei soldi sul conto corrente appunto perché non si sa mai”;
  • nessuna pianificazione per il problema previdenziale, “tanto mancano un sacco di anni alla pensione, ci penserò più avanti”;
  • nessuna percezione del vero rischio negli investimenti sottoscritti;
  • nessuna pianificazione per il passaggio successorio e generazionale, “gli lascio tutte ste cose figurati se litigheranno tra loro”.

Se ti ritrovi almeno in uno dei punti elencati ecco alcuni consigli per gestire il bias del sovraottimismo e mantenere un approccio più realistico nelle decisioni e nelle aspettative:

  • Consapevolezza. Il primo passo per gestire qualsiasi bias cognitivo è essere consapevoli della sua esistenza. Riconoscere che si può essere inclini al sovraottimismo è il primo passo per mitigarlo.
  • Analisi oggettiva. Cerca di raccogliere dati e informazioni obiettive quando prendi decisioni importanti. Non basarti solo sul tuo intuito o sul tuo desiderio di successo. Fai ricerche e valuta le situazioni simili alla tua (casi studio).
  • Pianificazione dei rischi. Quando prendi decisioni o imposti obiettivi, cerca di considerare e pianificare i potenziali ostacoli e le sfide che potresti incontrare lungo il percorso. Questo ti aiuterà a essere preparato e a gestire le difficoltà.
  • Consulenza esterna. Non parlare con amici, colleghi o parenti che si occupano di altro nella vita ti daranno la loro personale opinione influenzata dall’esperienza di vita. Cerca consulenti esperti in quella materia, possibilmente indipendenti, che possono offrirti un punto di vista oggettivo e che ti aiutino a valutare le situazioni in modo più equilibrato.
  • Esperienza passata. Rifletti sulle tue esperienze passate. Come ti sei comportato in determinate situazioni di stress? Le hai vissute male o sei riuscito a gestirle brillantemente?

Come vedi la maggior parte di questi punti sono strettamente correlati all’educazione finanziaria che è un faro in mezzo a questo mare in tempesta che ti aiuterà ad arrivare sano e salvo nel porto sicuro più vicino, evitandoti sofferenze e paure.

Ricorda che il sovraottimismo in sé non è sempre negativo, ma è importante mantenerlo in equilibrio con una valutazione realistica delle situazioni. Il raggiungimento di obiettivi sfidanti richiede spesso un certo grado di ottimismo, ma è altrettanto importante essere preparati per le sfide che potrebbero sorgere lungo il percorso.

Se ti senti in difficoltà e non sai cosa fare, inizia da qui!