In questo articolo vorrei raccontarti di una forte esperienza, vissuta in un viaggio in solitaria, a spasso per la nostra penisola.
A luglio 2020 ho sfruttato il “blocco” verso l’estero per prendermi qualche giorno per me e vedere alcune delle bellezze nostrane.
Dimentico ogni volta quanto sia bella la nostra Nazione e rimango a bocca aperta di fronte a cosi tanta magnificenza.
Un Paese mozzafiato il nostro, immerso tra colline verdi, antichi paesini arroccati, mari azzurri, storia e cultura, arte e bellezza.
Una delle mete di questo viaggio in solitaria è stato Castelluccio di Norcia. Da anni desideravo vedere questi posti immersi nel verde e nel silenzio, anche per prendere un pochino di distanza dai ritmi frenetici a cui sono abituato.
Tra salite e discese, vallate fiorite, ottimo cibo e buon vino ho vissuto una dell’esperienze che più mi ha scosso finora.
Scendendo da Castelluccio, perso ad immortalare quegli immensi spazi intorno a me, dopo un tornante parecchio stretto si apre di fronte la devastazione più assoluta.
Un paesino raso al suolo.
Cumuli di macerie.
Intorno ancora i segni tangibili di vita nonostante siano passati anni da quel terremoto devastante. (anno 2016)
Un parco giochi, un’insegna di una pizzeria, un garage con una bicicletta e degli attrezzi all’interno.
Silenzio. Intorno a me solo il fischio del vento tra gli alberi e il canto degli uccellini.
Ho perso le parole.
Cerco un posto sicuro per fare qualche foto, ma di posti sicuri non ne vedo e gli unici scatti li faccio dall’interno della macchina.
Sinceramente ho solo una gran voglia di andarmene da li.
Metto in marcia e ricomincio a scendere.
Ad ogni tornante trovo i resti di quelle che erano bellissime case di montagna.
Passo in mezzo ad interi paesi che non ci sono più.
Si vedono solo ciò che resta di negozi e bar, alberghi e chiese.
Scendendo ancora trovo le prime casette prefabbricate e mi fermo per fare qualche foto.
Mi si avvicina una donna anziana che mi chiede il perché stia fotografando quel che resta del suo paese.
Le dico che vorrei scrivere un articolo e sensibilizzare le persone sui temi legati alle catastrofi naturali; perché passata l’emergenza degli annunci in TV e delle notizie al TG, ci si dimentica e si torna alla vita normale, allontanando da noi il più possibile quelle immagini.
Ci si dimentica che la vita va pianificata e che questo piano va poggiato su fondamenta sicure perché in un attimo tutto può finire o comunque danneggiare profondamente anni di sacrifici.
Inizia così una chiacchierata con una donna che mi ricorda tantissimo la mia nonna paterna.
I suoi modi sono dolci, ma le sue parole ferme e decise.
Si vede che ha sofferto, ma ha una fiamma dentro che le fa brillare gli occhi e la fa sorridere ancora, nonostante tutto.
Mi racconta la sua vita prima e dopo il terremoto e di tutte quelle parole mi rimane impressa questa frase:
”Sai Davide, la paura di quei momenti passa, il tempo aiuta a dimenticare. Ma vivere qui in mezzo alle macerie, alzare gli occhi e vedere quel che resta del tuo paese, ti fa vivere e rivivere tutti i giorni quei momenti e quelle sofferenze. Non si riesce mai ad andare oltre, a voltare pagina del tutto.”
Avrei tanto voluto abbracciarla ma visto il momento, siamo rimasti a distanza di “sicurezza”.
(ndr eravamo ancora nel bel mezzo dell’emergenza Covid)
Purtroppo non ha voluto che le facessi una foto o che facessi il suo nome in questo articolo.
Mi offre un caffè, la saluto e continuo il mio viaggio.
Per almeno un’altra ora sulla mia strada trovo solo i resti di quelli che erano dei bellissimi borghi in tipico stile italiano.
La natura crea tutti i giorni intorno a noi nuova vita e bellezza, ma non dobbiamo dimenticarci che sa essere forte e severa.
L’abbiamo ferita più volte e lei ogni tanto ci ricorda che non siamo nulla al suo cospetto.
Gli eventi catastrofali in Italia, ma nel mondo in generale, sono sempre più violenti ed incontrastabili.
Serve sicuramente una politica attenta su queste tematiche ma nel frattempo noi privati cittadini non possiamo non tenere conto, all’interno della nostra pianificazione assicurativa e finanziaria, della tutela del nostro patrimonio immobiliare da questo tipo di eventi.
Perché se è vero che non abbiamo il potere di controllare tutto ciò che accade intorno a noi, possiamo almeno evitare che i soldi siano un problema in un momento di grande preoccupazione o emergenza come quello di un post terremoto.
Tra l’altro la manovra finanziaria del 2018 prevede la detrazione del premio riguardante la garanzia “terremoto”.
Un chiaro segnale che mancano le economie per farne fronte con risorse pubbliche a questo tipo di eventi e che ognuno di noi deve provvedere alla copertura del proprio patrimonio in maniera autonoma.
E se posso permettermi evita di pensare:
“ma cosa vuoi che succeda?” oppure, “ma proprio a me deve accadere?” o ancora “non è mai successo nulla questa non è una zona sismica”.
Nella vita, purtroppo, non si mai e lasciar in balia del caso il nostro patrimonio è a dir poco insensato.
Dobbiamo trasferire il rischio verso terzi accettando di pagare un premio assicurativo annuo (quindi un costo) che sta tra lo 0,1% e lo 0,3% del valore della tua casa. (*)
Un istante NON PUO’ e NON DEVE mettere a repentaglio anni di sacrifici solo perché “tanto a me non succede”.
Non mi stancherò mai di ripeterlo:
“La conoscenza e la cultura ci devono dare la possibilità di porci delle domande, riflettere e successivamente prendere decisioni consapevoli su basi oggettive e non in base alla nostra esperienza di vita.”
Ad Maiora!
(*) ES : ipotetico valore immobile 200.000, costo polizza All Risk tra i 250 e i 600 € annui.