Ci avviciniamo alla fine dell’anno, che coincide con l’approvazione da parte del Governo della Legge di Bilancio.

Il tema che viene spesso toccato dalla Legge di Bilancio è quello riguardante le Pensioni.

Lo abbiamo già visto con un articolo scritto da Marco (puoi trovarlo cliccando qui), ma siccome ci avviciniamo al Mese dell’Educazione Finanziaria vorrei focalizzarmi su questo argomento.

Perché?

Perché le decisioni sul periodo post lavorativo devono essere prese subito, appena ci si approccia al mondo del lavoro, se non prima.

Come riuscire a farlo?

Non con manovre o manovrine, ma con la formazione. Parlando con i nonni e i genitori dei ragazzi che si preparano ad affrontare una lunga carriera lavorativa.

Ho letto un articolo nel quale si prospettano i soliti “ritocchi” di fine anno.

In questi ritocchi si paventano importanti novità circa la previdenza complementare, che è il secondo pilastro del sistema pensionistico italiano.

E udite udite, “con la finalità di assicurare un futuro previdenziale ai giovani”.

Consentimi di aggiungere: “Finalmente si inizia a pensare ai giovani!”.

Davide qualche settimana fa ha scritto un articolo il cui titolo lasciava poco spazio all’interpretazione: “Falliti Previdenziali” (se non lo hai letto clicca qui).

In quell’articolo Davide si è focalizzato sul perchè l’attuale generazione di trentenni e le prossime, se non agiscono nel breve/brevissimo tempo faranno quella fine.

Quello di cui si vocifera nelle “stanze dei bottoni” è la possibilità di collegare in modo diretto  la previdenza pubblica e privata, consentendo così che la pensione (pubblica) e la rendita privata derivante dai fondi complementari si sommino tra loro.

Ora ti riporto un concetto che esprimo in tutti i corsi che teniamo in aula quando affrontiamo il tema “Previdenza”.

I nostri Politici hanno ben chiara la situazione previdenziale italiana, tanto che con il decreto legge 252 del 2005, entrato in vigore dal 2007, hanno dato particolare attenzione alla previdenza complementare. 

Sul sito del Ministero del Lavoro nella definizione di “Previdenza Complementare” si legge “… il cui scopo è quello di integrare la previdenza di base obbligatoria o di primo pilastro. Essa ha come obiettivo quello di concorrere ad assicurare al lavoratore, per il futuro, un livello adeguato di tutela pensionistica, insieme alle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base.”

Leggendo tra le righe io comprendo che lo Stato per garantire ai propri cittadini una pensione “dignitosa” ha istituito uno strumento affinché gli stessi provvedano in autonomia a risolvere il problema.

Prova a pensare.

Che senso avrebbe scrivere: 

“Essa ha come obiettivo quello di concorrere ad assicurare al lavoratore, per il futuro, un livello adeguato di tutela pensionistica, insieme alle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base”,

se le prestazioni fossero adeguate?

Si è capito che la situazione previdenziale pubblica non potrà mai essere sanata e per “aiutare” il futuro del cittadino che si fa?

Gli si rigira il problema.

Semplice.

Arrangiati tu.

“Ti do lo strumento, ti do dei benefici fiscali, ma caro Cittadino arrangiati tu.”

Capisci perchè in apertura ti ho detto che parte del problema previdenziale può essere risolto con la formazione?

Perché se il Cittadino non sa, come fa ad agire?

Con Educazione Finanziaria Certificata stiamo lottando da anni per portare consapevolezza sulla corretta gestione del TFR per riuscire ad arginare il problema pensionistico.

E stanne certo, studieremo le mosse che i nostri politici fanno e faranno per farti comprendere le opportunità che esse daranno alla cittadinanza.

Quindi, continua a seguirci perchè il miglioramento della tua condizione economica nel periodo post lavorativo passano anche da questo Blog.