Molti italiani sono spaventati dalle stime del loro assegno previdenziale. Tra una notizia captata al telegiornale, un post sui social e un articolo di giornale letto di corsa davanti a un cornetto la mattina al bar, è difficile capire cosa ci riserva il futuro.

Approfondire, però, significa dover affrontare il mondo di banche, assicuratori e Consulenti Finanziari di vario genere, e spesso ci si spaventa ancor prima di cominciare.
In questo articolo ti aiuto a far chiarezza in questa giungla!

Innanzitutto dobbiamo conoscere due punti fermi :

  • Quando andrò in pensione?
  • Quale sarà l’importo del mio assegno?

La conoscenza di questi due dati ci permetterà di pianificare il nostro obiettivo: quello di avere una rendita che ci permetterà di vivere un periodo post lavoro adeguato al nostro tenore di vita.
La previdenza complementare ci può aiutare, ma bisogna conoscere alcuni importanti aspetti per non avere poi sorprese nel percorso verso la pensione.

 

Cosa devi sapere

Prima di tutto devi sapere che potrai usufruire di questi soldi solo al raggiungimento dell’età pensionabile prevista oppure per i seguenti motivi :

  • Fino al 75% del capitale maturato in caso di spese mediche, per malattia grave o interventi che riguardato te,sottoscrittore, ma anche coniuge o figli.
  • Dopo 8 anni dalla sottoscrizione , fino al 75% del capitale maturato per acquisto ripristino (ristrutturazione) della prima casa per te o per i tuoi figli.
  • Dopo 8 anni dalla sottoscrizione , fino al massimo del 30% del capitale maturato per altre spese non giustificate.

È possibile invece riscattare parzialmente per:

  • cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi;
  • ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità, cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria.

Oppure riscattare totalmente nei seguenti casi:

  • Inoccupato da più di 48 mesi
  • Invalidità permanente
  • In caso di morte del sottoscrittore l’importo andrà ai beneficiari designati.

Potrò aderire con Versamento Volontario, quindi un contributo che dovrò versare personalmente, oppure con il trattamento di fine rapporto (TFR)

Vantaggi del Versamento Volontario:

  • Fiscali : potrai portare in deduzione nella tua dichiarazione dei redditi l’importo versato, con il massimo di 5.164,57. Quindi avere un ritorno fiscale che andrà dal 23% al 43% in base all’aliquota applicata al tuo reddito; *
  • Tassazione sui rendimenti: il rendimento maturato avrà una tassazione del 20% anziché il 26% applicato in qualsiasi investimento (esclusi titoli di stato);
  • Elasticità: non hai obbligo di versamento né nell’importo ne nella periodicità; quindi quanto vuoi, quando vuoi e se vuoi, nessuno ti potrà “obbligare” a versare.
  • Tassazione a scadenza: a scadenza sull’importo versato, avrai una tassazione del 15% che diminuirà di 0,3% per ogni anno di permanenza nel fondo, fino ad un minimo del 9%.

Vantaggi di versare il TFR alla previdenza complementare:

  • Tassazione a scadenza: a scadenza sull’importo versato, avrai una tassazione del 15% che diminuirà di 0,3% per ogni anno di permanenza nel fondo, fino ad un minimo del 9%. Anziché il calcolo dell’aliquota a tassazione separata applicata dal datore di lavoro come da testo unico delle imposte e dal codice civile, successivamente l’Agenzia delle Entrate  ricalcolerà l’imposta con riferimento alle aliquote medie e ai redditi relativi alle dichiarazioni fiscali degli ultimi 5 anni. Se l’imposta sarà superiore, sarà la stessa Agenzia delle Entrate a richiedere il saldo.
  • Viene meno il rischio azienda: in caso di fallimento il tuo TFR non verrà intaccato in quanto già versato nel fondo pensione (per le aziende con meno di 50 dipendenti).
    Per le aziende con più di 50 dipendenti il tuo tfr viene già versato tutti i mesi nel fondo di tesoreria Inps;
  • Certezza incasso anticipi: non dovrai dipendere dalle disponibilità di liquidità dell’azienda in cui lavori che potrebbe vivere un momento di difficoltà al momento della mia richiesta.

 

Fondo pensione e PIP

Dovrai poi fare la tua scelta tra tre tipologie differenti :

  • Fondo pensione aperto;
  • Fondo pensione negoziale (chiuso);
  • PIP (piano individuale pensionistico)

 

Fondo pensione aperto

I fondi aperti sono creati e gestiti da banche, assicurazioni, Sgr e Sim e poi collocati presso il pubblico. Vi possono aderire lavoratori autonomi, liberi professionisti e lavoratori dipendenti. Possono altresì aderire i familiari a carico dei lavoratori nonché non lavoratori.
L’adesione può avvenire in forma individuale o, se il Regolamento del Fondo lo consente, su base collettiva. In quest’ultimo caso si è in presenza di un accordo tra il Fondo e l’azienda, relativo alle modalità e ai termini di contribuzione degli aderenti.

Fondo pensione negoziale

I fondi negoziali sono istituiti sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali di specifici settori infatti l’adesione a questi fondi è riservata a specifiche categorie di lavoratori (ad esempio i metalmeccanici hanno il fondo Cometa, i chimici Fonchim…).
Questi fondi sono alimentati dal trattamento di fine rapporto che il lavoratore matura e, volendo, da contributi del datore di lavoro e del lavoratore stesso.

Piano individuale pensionistico

I Piani Individuali Pensionistici (PIP), anche detti Forme Individuali Pensionistiche (FIP) sono strumenti previdenziali che consentono, al pari dei fondi pensione, di erogare prestazioni integrative di natura pensionistica rispetto a quelle del sistema pubblico. La differenza con i fondi pensione sta nel fatto che l’adesione ai PIP è a carattere individuale e ciò comporta dei vantaggi come la possibilità di interrompere, e poi eventualmente riprendere, il versamento dei premi prestabiliti senza che il contratto si interrompa o venga penalizzato.

Chiunque può aderire ai PIP, anche casalinghe e studenti che non hanno posizioni previdenziali aperte con il sistema pubblico.

Le condizioni contrattuali sono uguali per tutti i contratti emessi dalle varie compagnie assicurative e si differenziano tra loro per i costi (caricamento, rendimento trattenuto, eccetera) e dal tipo di investimento.

Posso trasferire il mio fondo a un’altra forma?

Una volta trascorsi due anni dall’adesione ad un prodotto pensionistico è possibile trasferire quanto accumulato ad un qualsiasi altro prodotto previdenziale senza perdere l’anzianità maturata. 
Inoltre, se si perdono i requisiti di adesione al fondo (ad esempio per le adesioni collettive se si smette di lavorare) è possibile trasferire senza dover attendere i due anni di permanenza.

I requisiti:

  • Affinché  il trasferimento possa avvenire è necessario che il prodotto di destinazione del trasferimento di liquidità sia un  prodotto riconosciuto come forma previdenziale conforme al Dlgs 252/05 e sue successive modificazioni;
  • Un altro requisito, questa volta pratico, è che l’adesione al fondo di destinazione sia già stata realizzata. Le liquidità di una posizione previdenziale possono essere trasferite infatti soltanto verso altre posizioni in prodotti che risultino riconosciuti come Prodotti Previdenziali (conformi cioè al Dlgs 252/05 e sue successive modificazioni).

 

Considerazioni

Non posso dirti qual è la scelta giusta da fare ma ti indico alcuni punti a cui prestare più tua attenzione :
Costi: è chiaro che incidono sull’investimento totale quindi valuta le offerte che il mercato ti da non affidarti ad un singolo intermediario

  • Rigidità: valuta attentamente l’importo che verserai di tasca tua perché nel caso di necessità, la legge prevede motivi abbastanza rigidi per poter liquidare la posizione e se non sono previsti dal testo non ci sarà possibilità di prelevarli.
  • Rischio investimento: attenzione su cosa andranno investiti i tuoi soldi. Valuta l’orizzonte temporale, la tua propensione al rischio e lo strumento utilizzato.
  • Intermediario: valuta le capacità del fornitore che hai di fronte. L’interesse che mostra per te per la tua situazione economica.

Non sempre le questioni finanziarie sono semplici da affrontare, ma conoscere l’argomento è il primo passo per fare scelte consapevoli. Scarica il Manuale Gratuito e scopri come l’Educazione Finanziaria può aiutarti concretamente a migliorare la tua vita: “Educazione Finanziaria – Tutto quello che dovresti sapere (e non ti hanno mai detto)”