Se ne sente spesso parlare in TV, lo trovi nei titoli dei giornali, ne senti parlare alla radio, lo ripetono i politici nelle interviste, amici e parenti lo tirano in mezzo in pranzi e cene; ma sai davvero

COS’È IL DEBITO PUBBLICO E COME FUNZIONA?

Innanzitutto devi sapere che il debito pubblico è l’insieme di tutti i prestiti che lo Stato chiede a terzi (Privati, Banche, Imprese, altri Stati sovrani, ecc), tramite l’emissione di un titolo di debito (BOT, BPT, CTZ, CCT, ecc).

Questi prestiti sono finalizzati a coprire il fabbisogno di cassa di tutti i servizi erogati dallo Stato maggiorato, ovviamente, degli interessi che vengono calcolati sullo stesso debito.

L’Italia a Gennaio 2022, aveva un debito pubblico di circa 2.700 Miliardi di Euro e si stima inoltre che possa raggiungere i 2.800 Miliardi di Euro entro giugno.

L’ ENORME importo sopracitato, è il costo che ha lo Stato, per il suo mantenimento.

Per farti un’idea ti do un altro parametro: a gennaio 2019 il debito ammontava a 2.358 Miliardi di Euro.

L’ulteriore parametro, o Indice, che ti aiuta a comprendere il Debito pubblico e la sua sostenibilità è il PIL.

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è il valore dei prodotti e servizi realizzati all’interno dello Stato in un determinato arco di tempo. Solitamente il PIL ha cadenza annuale.

Esistono 3 diversi modi per calcolare il PIL:

  1. Metodo Della Spesa: l’analisi dei prezzi al consumo, degli investimenti , della spesa pubblica e delle esportazioni nette.
  2. Metodo del Valore Aggiunto: l’analisi dell’aumento del valore di un prodotto o servizio in ogni suo passaggio fino ad arrivare al consumatore.
  3. Metodo Dei Redditi: metodo che prende in esame i fattori di produzione per arrivare al bene finale. Tali fattori sono il Lavoro ed i Capitali finanziari utilizzati.

 

PERCHÈ IL PIL È UN INDICATORE FONDAMENTALE?

Il PIL ci comunica diversi fattori impliciti nella nostra economia che ci possono chiarire alcuni aspetti importanti.

Quando il PIL è in diminuzione i principali aspetti che lo hanno influenzato sono:

  • Diminuzione degli acquisti pubblici
  • Aumento delle imposte
  • Diminuzione delle esportazioni
  • Diminuzione dei consumi 
  • Aumento della crescita dell’inflazione
  • Conseguente aumento dei tassi di interesse da parte della Banche centrali

Con la diminuzione del PIL, si avranno conseguenze anche nel tessuto produttivo in quanto:

  • Diminuisce la capacità di offerta di lavoro
  • Immette meno prodotti sul mercato
  • Diminuisce la capacità di consumo delle masse

La conseguenza peggiore è:

  • Lo Stato incassa meno imposte, quindi non riesce a finanziare i propri servizi;
  • Lo Stato deve aumentare il proprio debito per sostenere i flussi di cassa.

 

Se il PIL invece è in crescita:

  • Aumentano gli acquisti pubblici
  • Diminuzione delle imposte
  • Aumentano le esportazioni
  • Aumentano i consumi
  • Diminuisce la crescita dell’inflazione
  • Conseguentemente le Banche centrali diminuiranno i tassi di interesse

Per il tessuto produttivo questo significa:

  • Maggior offerta del mercato del lavoro
  • Aumento dei consumi

 

Lo scenario in questo caso è:

  • Lo Stato riesce a mantenere i flussi di cassa tramite le imposte
  • Diminuzione del debito pubblico.

 

Dopo un breve approfondimento sul PIL, su cos’è e come influisce sulla gestione economica dello Stato, approfondiremo il concetto di Debito/PIL e Deficit.

Il rapporto Debito/PIL misura la capacità di uno Stato di sostenere le proprie spese senza sforare il debito pubblico (l’insieme dei debiti dello stato).

Nel caso in cui lo Stato debba ricorrere al debito, quindi non è stato in grado di sostenere le proprie spese, in quel caso si è in DEFICIT PIL.

Per riassumere, lo Stato è in una situazione di Deficit quando la somma delle imposte e degli investimenti in titoli di debito, non sostengono i flussi di cassa.

Nel caso di paese in DEFICIT, oltre ad aumentare la pressione fiscale, aumentano anche gli interessi passivi che si generano sul debito pubblico esistente.

Aumentare la pressione fiscale potrebbe far entrare il Paese in un circolo vizioso dannoso per l’economia. Aumentando la tassazione infatti diminuisce la crescita economica, che come causa ha quello di far aumentare ancora il debito pubblico.