Abbiamo sentito parlare molto spesso di inflazione negli ultimi mesi, ma perché è importante? Quanto impatta sulla mia quotidianità?

L’inflazione è una delle principali voci che agiscono negativamente sui nostri soldi. IMPOSTE DI BOLLO e COSTI DI CONTO CORRENTE sono gli argomenti che affronteremo la prossima volta.

Analizzare questi aspetti può aiutarti a gestire in modo più adeguato il tuo flusso di liquidità, a beneficio delle tue scelte future.

Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo. (definizione riportata dalla BCE)

Quando ero bambino, nel 2002, mia nonna mi regalò 50 euro che nascosi in un libro; volevo evitare che li trovassero i miei fratelli. L’altro giorno, sistemando uno scaffale, ho ritrovato quel libro di cui avevo perso ogni memoria. Lo sfoglio e trovo quel vecchio regalo di mia nonna.

Pazzesco! La banconota era rimasta nascosta per 20 anni tra le pagine di quel libro, senza che i miei fratelli la trovassero! Mi sono chiesto: “Ma quante cose avrei potuto fare allora con 50 euro?”

Per prima cosa ho voluto capire che potere di spesa avevo ieri rispetto ad oggi. Ti ricordi quanto spendevi 20 anni fa per mangiare una pizza, o quanto costava comprare una stecca di sigarette? Ricordi anche quanto spendevi per un pieno di benzina?
Ero un bambino nel 2002, certo, ma ricordo bene mio padre che utilizzava 50 euro per pagare la pizza, la stecca di sigarette o la benzina, ma soprattutto ricordo che gli davano il resto.

Non fraintendetemi, ero felicissimo nell’averli trovati! Ma cosa posso fare oggi con quei 50 euro? Vado ancora a mangiare la pizza, ma solo insieme alla mia compagna e non più con tutta la famiglia come facevo in passato, e di certo non compro una stecca intera di sigarette come succedeva. E spendo praticamente tutto, senza ricevere alcun resto.

Ma quindi, cosa è cambiato?

Di seguito ti riporto l’inflazione degli ultimi 20 anni

(https://www.rivaluta.it/serie-inflazione-media.asp)

 

ANNO TASSO INFLAZIONE ANNO TASSO INFLAZIONE ANNO TASSO INFLAZIONE ANNO TASSO INFLAZIONE
2021 1,90% 2016 -0,10% 2011 2,70% 2006 2,1%
2020 -0,20% 2015 1% 2010 1,50% 2005 1,9%
2019 0,60% 2014 0,20% 2009 0,80% 2004 2,20%
2018 1,20% 2013 1,20% 2008 3,30% 2003 2,70%
2017 1,20% 2012 3,00% 2007 1,80% 2002 2,50%
 

 

Se l’inflazione in questi 20 anni è stata del 30,6%, i tuoi soldi in realtà hanno patito un danno maggiore, soprattutto a causa dell’interesse composto, che è quel fenomeno che consente di guadagnare interessi su quanto già maturato in precedenza. Ma, nel nostro caso, ciò vale anche in senso negativo: infatti tale fenomeno ha fatto perdere a quella banconota da 50 euro ben 16,67 euro, che rispetto ai 50 iniziali sono ben il 35,33%!

Il mio denaro, quindi, oggi “vale” 33,33 euro, rispetto ai 50 del 2002.

Tra le pagine di quel libro, la mia banconota ha perso valore ogni anno. Ovvio, la banconota è sempre da 50 euro, ma nel 2002 mi avrebbe permesso di acquistare più prodotti rispetto a oggi. Quanto in più? Almeno il 35%.

Addentrandomi in quest’argomento, tuttavia, mi sono reso conto che in questi 20 anni l’aumento dell’inflazione (35,33%) è differente rispetto all’aumento del costo della vita.

Ho controllato i prezzi del 2002 di latte, sigarette e benzina, e questo è il risultato.

PRODOTTO PREZZO 2002 PREZZO 2021 AUMENTO %
Latte 1,08 € / l Da 1,65€ / l 52,80%
Sigarette 3€ / pacchetto 5,50€ / pacchetto 83,35%
Benzina 1,097€ / l 1,764€ / l 60,80%

 

L’aumento reale del costo della vita, che comunque non dipende unicamente dall’inflazione, è decisamente maggiore di quanto io potessi immaginare.

 

Ma quindi, a cosa è dovuta questa perdita di valore?

Tale fenomeno è da porre in relazione anche all’aumento del costo di beni e servizi.

A livello teorico, l’inflazione è uno dei parametri di crescita economica di uno stato: se controllato, è un fattore positivo. Il problema principale è che lo stipendio medio non aumenta sempre allo stesso modo e con la stessa velocità e le famiglie si trovano quindi con capacità di spesa ridotta.

Bisogna anche considerare che alcuni beni e servizi hanno un impatto maggiore sulla spesa della famiglia: fra questi, energia elettrica e benzina piuttosto che le bustine di tè o il caffè.

 

Cosa succede quindi ai capitali che stiamo tenendo sui conti correnti?

Sui conti correnti ci sono circa 1800 miliardi di euro.

(https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/09/03/sempre-piu-soldi-parcheggiati-sui-conti-correnti-cosi-ogni-anno-gli-italiani-regalano-15-miliardi-di-euro-alle-banche/6308375/)

Ipotizzando che nel 2022 avremo una inflazione del 4,8%, vuol dire che l’anno prossimo questi soldi varranno 1713,6 miliardi di euro.

E l’inflazione? Questo fenomeno mangerà  in un anno 86,4 miliardi di euro di potere d’acquisto agli italiani.

 

Come difendersi quindi dall’inflazione?

Gestire al meglio le proprie risorse, cercando di ottenere il valore dell’inflazione come rendimento dai propri soldi.

Pianificare le spese a medio termine, conoscere il tuo bilancio personale.

Gestire le uscite della vita quotidiana facendo attenzione alle priorità ed agli obbiettivi di vita che ti sei dato.

Queste azioni ti aiuteranno a strutturare la liquidità difendendola dall’inflazione.

Ricordi i 50 euro della nonna?

Se prendessi come riferimento un indice azionario a 20 anni (S&P500 per esempio https://www.macrotrends.net/2324/sp-500-historical-chart-data ) e avessi investito i miei soldi anziché nasconderli, oggi avrei più o meno 184 euro, grazie al rendimento del 268% che ha realizzato quell’indice in 20 anni.

Rifletti, pianifica, agisci: queste sono le 3 azioni utili ad evitare di perdere potere di acquisto. Il fattore che ci impoverisce di più è la paura di agire.